Il prodotto si chiama Ultra Ever Dry e in Internet è possibile trovare diversi video della casa che utilizza questo super idrorepellente in grado di far scivolare via qualsiasi cosa venga in contatto con la superfice cosparsa appunto dall’Ultra Ever Dry. Questo prodotto, per esempio, può rendere idrorepellente persino un foglio di carta, che altrimenti assorbirebbe una parte del liquido. Per la carrozzeria di un’auto, come per altri tipi di superfici, il trattamento richiede l’applicazione di due prodotti: quello di “base” e la copertura. Per “corazzare” una vettura lunga circa quattro metri servirebbero circa 1,5 litri del primo e altrettanto del secondo: con circa 360 euro, acqua e fango scivolerebbero via dall’auto ancora meglio che in una carrozzeria appena incerata.
Quando vengono osservate le reazioni al microscopio si nota subito come appunto, acqua e fango assumono una forma sferica e rotolano subito via e anche lo sporco non riesce ad attaccarsi all’auto, l’unica pecca è che il tutto dura solamente per circa un anno. Nel 2005, la Nissan annunciava i primi risultati di una serie di test sulle cosiddette vernici autoriparanti: grazie alla loro particolare struttura molecolare, i microdanni dovuti, per esempio, all’azione delle spazzole degli autolavaggi, come pure i segni lasciati da unghie o fogliame, scompaiono dalla carrozzeria in un tempo che può variare da un’ora a qualche giorno
Questa grandissima scoperta però non ha rivoluzionato solo il mondo delle automobili, infatti il suo uso viene fatto anche in altri campi, come ad esempio quello degli smartphone per rendere a prova di graffio e sporco i delicati schermi, inoltre anche la Lexus ne ha fatto uso nei modelli Toyota. La prima macchina ad essere trattata con questo fenomenale prodotto è la Nissan Note come è possibile vedere tramite YouTube, e sempre lì potremo ammirare altri video con test su vestiti e molto altro.
E’ proprio il test dei vestiti ad essere particolarmente interessante, infatti due uomini con indumenti diversi vengono sporcati di acqua e fango, ma alla fine uno di loro si ritroverà impregnato e dovrà cambiarsi, mentre l’altro potrà affrontare tranquillamente una giornata normale di lavoro. Ecco lo svolgimento: chiusa la bocca e protetti gli occhi con degli occhiali, le due “cavie” vengono letteralmente inondate, dal torace in giù: ciascuna riceve una secchiata di fango. Sembrerebbe fin troppo facile prevederne le conseguenze sui loro abiti, ma invece come abbiamo già detto non è stato così.